
Silente,
La luce riflette,
Lo sguardo ammaliato si incolla su immagini d’arte.
Scorci di buio e palle di luce
Fasci di colore su vessilli d’onore
C’è un orizzonte pieno zeppo in fondo.
Aria di settembre entra in questa finestra spalancata
Porta il brivido della refola e il fremito di commozione:
O Città mia,
ti respiro di un odore salino,
ho sulla pelle la colla salmastrosa dello scoglio
Accetto la sferzata del libeccio in pieno viso come un sacro manrovescio,
Ciuccio e mastico il cacciucco e lo sciacquo col vino rosso.
Infine, la pace.
Questo è genio, questo è stile.
Ilidia Comparini – La strega vera