Ed eccomi qua , presa nella rete, come un pesce.
Pesce?!?!?!? Se proprio devo essere un pesce, vorrei essere una triglia, di scoglio e con il baffo. Viene da sorridere, ma credetemi le triglie di scoglio sono davvero saporite.
Insomma, dicevo…. Ho cominciato a trascrivere i miei “pensieri” su un blog nel lontano 2007 (piattaforma Splinder, chissà se qualcuno ricorda) ma, timida e timorosa, ho usato quel blog come una cassaforte o un deposito. Cioè, in soggezione per l’uso pubblico, scelsi di non diffondere il contenuto: ogni parola era privata, ogni scritto secretato. Il passo successivo fu la decisione di oscurare il blog e la cancellazione di ogni contenuto (previo backup, naturalmente).
Non voglio girarci intorno, insomma: ho cambiato totalmente idea. Adesso, con il senno di poi, ma di più con il mio di senno, ritengo che possa valere la pena di far leggere qualcosa di quel che penso.
Perché no? Che poi sia poesia o siano semplicemente idee o sentimenti, percezioni e sensazioni, lascio a chi legge il sacrosanto diritto di farselo piacere o no.
Mi affaccio a questa finestra infinita. Lo faccio a modo mio però: sottovoce, quasi in silenzio, mi presento con un piccolo, leggero e tremulo chiarore di candela e con il mio sorriso timido affronto il buio della via: la luce sarà sufficiente per non smarrirsi.
Chi approda a questo porto, sia il benvenuto, goda della libertà di critica lasciando un segno della sua presenza.
Benvenuti!
Il sole spegne il pianto










pazienza

