Pubblicato in: Pensieri, Racconti

L’idraulico

Allora, c’è da dire che sono circa 10 giorni che lo scaldabagno a gas non funziona. Hai chiamato il tecnico? Ma cerrrrrrrrto!!!

8 giorni fa la prima visita: ok, c’è da sostituire un pezzo, poco male, con 170 euro ce la caviamo, andiamo avanti ed aspettiamo che arrivi.

Sembra una cosa facile.

Signora, è arrivato il pezzo in sostituzione
Bene – dico io.
Le va bene se veniamo domattina verso le nove?
Ma certo che va bene!!!!

Sembra risolto, vero?
E no!

Quell’appuntamento era per giovedì della scorsa settimana. Intanto qui viaggiamo come negli anni preistorici, pentoloni d’acqua calda che vanno e vengono, pentole piene d’acqua sempre sul fuoco……. E a volte, dopo 10 ore di lavoro, manco ti laveresti per come è scomodo tutto quanto.
Vogliamo fare gli ottimisti? E facciamoli!
Meno male il tutto è successo adesso che siamo di giugno, che abbiamo 48 gradi, t’immaginisetifossesuccessodidicembre (non è un errore di battitura, dovete proprio leggerlo tutto d’un fiato!!)?
E intanto i pentoloni sono sul gas.
Arriva il fatidico giorno, un altro sospirato giovedì mattina. In casa viviamo in trepida attesa: stasera, ci faremo una doccia decente (questo è da leggersi con tono da Fantozzi!!!)

E invece? E invece no!! Niente doccia! Perché?

Perché quello da sostituire non è il pezzo giusto, ce ne vuole un altro che probabilmente costa quanto la caldaia nuova!
E che fa signora? Spende un visibilio per la sostituzione della caldaia che noi NON le metteremo al solito posto perché le normative adesso non lo consentono! E se domani le viene l’impiegato del Comune a fare il controllo? In trenta giorni trenta, deve mettere tutto a norma!

Ma porcaccialamiseriaccia! Proprio adesso doveva accadere tutto questo?
Adesso che sto lavorando dieciore al giorno, adesso che la più piccola ha la maturità, adesso che il più grande dovrebbe cominciare a “lavorare”?
” Eddai,su, fai l’ottimista: meglio ora che a dicembre!”
Ok! Prendo atto, prendo anche un bel respiro e mi preparo a vivere tra i calcinacci per un bel po’.
Mi arrendo, cedo! Sì, sì, avete sentito bene, cedo. Venite a fare il sopralluogo, fate ciò che dovete fare. Tanto………in casa non ci sono mai: sono sempre al lavoro!!!!

Signora, sono l’idraulico, la trovo in casa stasera?
A che ore viene?
Intorno alle 18, 30/19,00
Che faccio mi rifiuto?
Sono le 20, 10 e dell’idraulico non c’ è traccia.
Tu.tu.tu.tu.tu. Cellulare sempre occupato: ma con chi chiacchiera questo????
Ore 20,15 – il cellulare squilla! WOW!
Che faccio l’aspetto? – dico con voce quasi disperata – appena sento la sua voce –
Sì, sì, aspettami – mi dà del tu inaspettatamente – tra cinque minuti sono lì.
Entra, l’idraulico, è alto due metri, per parlargli mi si è smossa l’ernia cervicale, in più ha un occhio che guarda da tutt’altra parte e quindi faccio fatica a capire se parla con me o con la porta del ripostiglio.
Comunque, è qui, credo di essere contenta. Finalmente.
Mah………….

Intanto esordisce che vuole far tutto prima di sabato: ” perché me ne voglio andare all’Elba!”
Mi sento svenire.
In modo molto pratico, mi suggerisce qual é il lavoro da fare.
E, dal momento che sono sempre contenuta in tutte le mie cose, sapete come è andata a finire?
Che l’idraulico, impietosito, viene sabato mattina prossimo. Un uomo di coscienza?
Seeee: vuole andare in ferie.
Ormai è fatta, quindi, niente mare sabato………….ok ok buoni! ci sono cose peggiori, dobbiamo fare gli ottimisti.
Bene. Prometto! Giurin, giurello!
P.S. e non gliela dò vinta all’idraulico…….. Sabato pomeriggio al mare!

Ilidia Comparini – La strega vera

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Viaggio nel sogno

Immagini di un volto che ospita un sorriso illuminato da due luci castagnine non lasciano trasparire l’amarezza dell’anima ormai spenta. Forte è il suono assordante e stridente dell’assurda incoerenza tra corpo e anima, come le gomme dell’auto che frena improvvisamente. Stop.

“…Notte, ormai si era fatta notte.
Era stanca, la lunga cavalcata l’aveva davvero sfiancato, era stato obbligato, in nessun altro modo avrebbe potuto raggiungere quel luogo.

Scese a terra, con la destra una carezza sul muso del fidato sauro, mentre ancora teneva le redini in mano.

La testa dell’animale si mosse come ad annuire, e lei lasciò le redini, mentre il sauro lentamente si muoveva verso una pozzanghera.

Per lei, un lungo sorso alla borraccia che teneva a tracolla, poi si sdraiò sull’erba, distesa, le gambe appena divaricate, le braccia incrociate sotto la nuca, con lo sguardo rivolto verso l’alto, apparentemente perso nel vuoto.
Sotto la luce incandescente delle stelle, avvolta nel mantello nero del cielo, si addormentò.”

Ilidia Comparini – La strega vera