Pubblicato in: Pensieri, Poesia

Sei morta o sei viva?

Hai lasciato affondare le altrui mani
Nelle tue mani
E’ colpa tua

Hai lasciato le altrui bocche
Approfittarsi della tua mente
imbrigliandola
E’ colpa tua

Hai lasciato che altri esaudissero
I loro desideri
Con le tue mani
E’ colpa tua

Hai lasciato che altri crescessero
Con il tuo sacrificio
Ripagato da miseri premi
E’ colpa tua

Hai lasciato filtrare le tue fragilità
E i tuoi desideri
E’ colpa tua

Hai lasciato che la tua bocca
Rivelasse la tua ribellione
Hai lasciato che gli altri la soffocassero
Hai lasciato che ti pensassero nevrotica ed egoista

Sei morta o sei viva?

Ilidia Comparini – La strega vera

Pubblicato in: Digressioni, Racconti

Il complimento di Vito

E’ sera tarda, intorno alle 19:30, e finalmente esco dalla prigione dell’ufficio. Il tempo sembra sfuggirmi di mano lì dentro, con ore che non bastano mai per completare tutto. Ma ora, sto camminando verso casa, gustando una passeggiata rilassante di 15 minuti che rinvigorisce i miei sensi. Mentre passo davanti ai negozi che abbelliscono le strade, volti amichevoli mi salutano, perché sono una presenza familiare nel quartiere.

Lungo il mio percorso c’è un passaggio rapido, che porta attraverso una tranquilla stradina laterale che vanta un mini-parco giochi adiacente a una scuola elementare. Al mattino, i bambini si divertono sulle altalene e sugli scivoli, mentre la sera, vivaci ragazzi in motorino si intrattengono in conversazioni animate. Il mio passo é lento, forse a causa di un fastidioso mal di schiena, dei tacchi alti che indosso o semplicemente perché mi godo questi preziosi momenti d’aria fresca.

Improvvisamente, una bicicletta si avvicina da dietro e i miei istinti mi spingono a stringere la borsa. L’ultima cosa di cui me bisogno è un furto banale. Mentre il ciclista si avvicina a te, però, rallenta, offre un sorriso caloroso e dice:
“Scusi, signora, posso chiederle una cosa?”
Ricambio il sorriso e rispondo: “Certo, dimmi”, rivolgendomi a lui informalmente, dal momento che è un giovane uomo.
“Signora, la sto osservando da un po’ e oggi ho finalmente raccolto il coraggio per avvicinarla. Non desidero altro che l’opportunità di conoscerla meglio.”
I miei occhi si spalancano per la sorpresa, ma il mio sorriso rimane intatto. “Conoscermi? E perché?” domando, sinceramente incuriosita.
“Dovrebbe sempre esserci una ragione?” pondera lui.
“Beh, sembra proprio così”, rispondo con un pizzico di scherzosa malizia, pronta a passare oltre. La mia preoccupazione si dissolve, confortata dal fatto che è ancora giorno e sono circondata da persone.
“Le ho dato del ‘signora’ perché ancora non la conosco. Mi chiamo Vito”, si presenta, tendendomi la mano. I suoi occhi brillano, privi di ogni cattiva intenzione.
“Va bene, Vito, ora mi conosci. Mi sembra sufficiente, non trovi? Ma è questa una tua abitudine?” scherzi, mettendo alla prova la situazione.
“No, no, desidero sinceramente conoscerla! E questa non è solo un’abitudine. In realtà, sono piuttosto imbarazzato, ma dovevo dirle che l’ammiro e la considero una donna di grande eleganza.”
“Va bene allora, finiamola qui, d’accordo? Hai idea di quanti anni ho io? Ho 48 anni! Probabilmente tu hai la stessa età di mio figlio”, rivelo con un pizzico di esasperazione.

“Appari molto più giovane, ed io ho 30 anni. La ringrazio per il tempo che mi ha dedicato”, esprime Vito sinceramente.
“Va bene, basta così. Addio”, dico, girandomi già verso la via di casa. Ma prima di allontanarmi, lui grida:
“Ribadisco, signora, lei è davvero una donna di grande bellezza!”
Ad essere sincera, quel complimento mi ha colto di sorpresa. A parte l’imbarazzo che i complimenti causano sempre (specialmente questo), la mia mente è piena di pensieri. Alla fine, però, svuoto la mente, sorrido e accetto il complimento.
In fondo, perché lasciare che i bei momenti scivolino via?